#Tendenze d’immagine di Gianfranco Maccaferri
L’apertura della 34° edizione del “LOVERS FILM FESTIVAL Torino LGBTQI Visions” l’hanno intitolata: Over The Rainbow – una serata oltre l’arcobaleno.
Credo che chi gestisce, cura, dirige e pensa questo festival abbia dei seri problemi con la realtà in cui vive.
Oltre l’arcobaleno… oggi? …e perché andare in questo momento oltre l’arcobaleno?
Ma questi signori sanno che a governarli ci sono due partiti che hanno avversato le unioni civili, che li amministra un governo che riformula la carta d’identità di un minore così che riappariranno le diciture padre e madre al posto di genitore 1 e genitore 2, che in Italia c’è un rigurgito di violenza omofoba pesantissimo, che gli attacchi ai metodi di insegnamento nelle scuole sono tutti verso una visione da famiglia cristiana, che in tantissime scuole si affronta la tematica bullismo a eccezione di quello omofobico?
Oltre l’arcobaleno… oggi?
Oggi occorre essere dentro l’arcobaleno, non oltre, perché occorre fare molta attenzione e combattere gli attacchi pesantissimi ai diritti civili che viscidamente vengono perpetrati quasi nel silenzio stampa, silenzio anche dell’associazionismo LGBTQI.
Sinceramente si potrà usare i termini “oltre l’arcobaleno” quando le coppie omosessuali si potranno sposare, quando potranno avere o adottare figli, quando un adolescente potrà vivere la sua omosessualità serenamente, quando due gay potranno passeggiare tenendosi per mano e baciarsi senza essere assaliti e pestati a sangue.
Le parole hanno un significato e un potere che probabilmente chi gestisce, cura, dirige e pensa questo festival non ne ha neppure idea. Se loro vivono una realtà quotidiana, politica, morale, di pensiero, che può serenamente andare oltre l’arcobaleno… beati loro! Anche noi vorremmo vivere in quel paradiso.
E poi scusate, ma avete già modificato il nome storico del festival in un “Lovers” che così ha di fatto cancellato l’identità e l’appartenenza, se poi proponete la serata inaugurale come un momento “Over The Rainbow”… io non so più dove sono, perché sono li e il significato di esserci assume solo connotati mondani, frivoli, quasi da avanspettacolo.
Ma se addirittura il Festival di Cannes, per rincorrere e fare concorrenza al “Torino GLBT Film Festival – Da Sodoma a Hollywood”, ha ufficialmente istituito dal 2010 la “Queer Palm” un premio per il miglior film che tratta le tematiche LGBT, perché voi del festival di Torino in questi anni fate di tutto per perdere l’identità e la vostra storia? per cancellare la vostra connotazione? per parlare d’altro, per andare oltre, per occuparvi di cosa? Voi che eravate il riferimento mondiale per la cinematografia LGBT oggi siete “Lover” e “Over The Rainbow”… pazienza, vorrà dire che a maggio andremo a Cannes!

E ora affrontiamo la proposta per la serata di inaugurazione; il film di apertura del festival (che normalmente rappresenta simbolicamente i fuochi di artificio con cui si vuole iniziare un festival, il film sarà: Plaire, aimer et courir vite (Sorry Angel) di Christophe Honoré. Film candidato a Cannes l’anno scorso, ma che le diverse giurie non lo hanno premiato, neppure la Queer Palm. Un film che si può vedere sul web anche con sottotitoli italiani. Un film apprezzabile per la grande professionalità degli attori e per una buona e colta sceneggiatura, ma poco di più. E poi non vado sino a Torino per vedere un film che posso guardare a casa comodamente!

“Sorry Angel” racconta di un primo amore, che allo stesso tempo è un ultimo amore. Racconta dell’inizio di una vita e della fine di una vita attraverso un’unica relazione sentimentale, quella del giovane provinciale Arthur e dello scrittore, prossimo alla morte, Jacques. “Sorry Angel” dunque combina tra loro due sentimenti agli antipodi: lo slancio e la rinuncia. Quindi, la storia d’amore non è altro che un mezzo per raccontare gli inizi della vita da adulto di Arthur e gli ultimi giorni dell’esistenza di Jacques. Recitato con una parlata velocissima e strascicata che rende piuttosto complessa la comprensione di parte dei singoli dialoghi dal gran ritmo e costellato di fine ironico umorismo, Sorry Angel è un film sull’amore puro inteso come sentimento reciproco immediato e complicità congiunta e tenera, e che come tale rinuncia a ostentare eccessiva attenzione alla sessualità fisica (anche se non mancano opportune scene intime di nudo indispensabili a definire un rapporto e l’intesa tra i due protagonisti), per soffermarsi nell’approccio e sulla chimica caratteriale che rende inattaccabile ed indissolubile il legame tra due uomini di differente età, cultura ed estrazione sociale.

Un consiglio? Dopo l’inaugurazione, invece di vedere “Sorry Angel”, alle 22:30 spostatevi nella “sala Soldati” e guardatevi gli 8 cortometraggi proposti o, se volete un film che davvero affronti l’amore sconveniente per la pubblica morale di un paesello scozzese, spostatevi nella “Sala Rondolino” e godetevi Tell It to the Bees – Regno Unito, 2018, regia: Annabel Jankel; questo film si che vale la pena di apprezzarlo in una comodo poltrona al cinema! Non è un capolavoro certo, i difetti di costruzione della sceneggiatura sono a volte imbarazzanti, ma il contenuto, le luci, gli ambienti sono splendidi, come è imperdibile la scena finale.
In collaborazione con gaiaitalia.com
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