…io direi vecchio!

#Tendenze sociali di Gianfranco Maccaferri

Si è anziani quando si ha un’aspettativa di vita di dieci anni! Quindi se l’aspettativa di vita è 85 anni, siamo anziani dai 75 anni in poi.

Qualche professorone dichiara che l’effetto ritardato dello sviluppo di patologie e dell’età di morte, il fisico in ottima forma e privo di malattie, hanno praticamente reso impossibile a una persona di essere e di sentirsi anziano. Lo saremo solo per dieci anni, dai 75 agli 85. (non dimentichiamo che questi professoroni sono sulla soglia dei 65 anni e propongono di spostare dai 65 ai 75 l’età per essere considerati vecchi… secondo me hanno qualche problema irrisolto con il loro accettarsi)

Quindi possiamo andare in pensione a 62 anni… e non siamo ancora anziani? viviamo in pensione altri 13 anni senza essere vecchi? Qualcosa non mi torna…

Il consiglio per differenziarti dalle opinioni banali che ti circondano:
Se definisco “anziana” una persona settantenne la offendo? Ma si vede anche esteticamente che è vecchia… ma se lo vuole nascondere a se stessa, allora la situazione è tragica…fa un po’ pena.

Qualcosa non mi torna: infanzia, pubertà, adolescenza, gioventù, poi arriva l’età adulta e infine l’anzianità; queste sono, a grandi linee, le fasi che intercorrono tra la nascita e la morte di una persona.

Per curiosità, tu dove ti collochi? Hai capito in che fase sei della tua vita?

Perché il “giovanilismo” a tutti i costi diventa imbarazzante: ventenni che si comportano da adolescenti, trentenni che vivono spensierati da giovani senza responsabilità, quarantenni che si camuffano da ragazzini brizzolati, cinquantenni che necessitano di social network per far sapere che esistono contando (e comprando) i “like”, sessantenni che diventano imbattibili skyrunner…

ecco, tu dove ti collochi onestamente?

E soprattutto dove piazzi i tuoi fratelli? E i genitori? I nonni? I tuoi professori? Il tuo datore di lavoro?

Cosa valuti per collocare una persona in una determinata fase della vita? l’età per esempio? Vediamo… un uomo di 28 anni in carriera, abito scuro ed elegante con la cravatta e scarpe in tono… è giovane o adulto? E se invece è un ventottenne studente universitario specializzando, vestito jeans e T-Shirt? E se fosse un operaio edile con moglie e figli? O il tuo nuovo professore di fisica? Hanno tutti 28 anni ma chi consideri giovane e chi adulto, maturo?

Quindi, per te, l’età anagrafica definisce o no la collocazione tra adolescente, giovane, adulto, anziano?

Eppure alle nostre orecchie capita di sentire comunemente e quotidianamente: “un ragazzo di 35 anni…” oppure: “ragazze…siete pronte?” e ti accorgi che sono cinquantenni in vena di fare serata, o ancora, in palestra “…ma io mi sento davvero giovane, come avessi vent’anni” e vedi un uomo mezzo calvo che oltre ad avere effettivamente gli addominali a tartaruga, ha anche la fronte a tartaruga.

Il ‘giovanilismo’ a tutti i costi è patetico (e talora da esiti tragici), ma tutti amano essere, sentirsi, apparire giovani. Perché? Davvero non capisco… I tormenti, le angosce, le cavolate, le insicurezze dell’essere giovane che attrazione hanno per uno che è “maturo”? o è solo questione estetica e di fisico? Se avete risposte datemele, sono sinceramente curioso.

Io credo che rimanere attento, attivo, curioso verso i cambiamenti della società, della tecnologia, della politica o quelli morali, di costume… è un modo vivace e sereno per vivere nella società anche quando sei vecchio. Non è vecchio solo chi ha pelle e muscoli flaccidi, rughe, difficoltà deambulatorie e di memoria… vecchio è chi non ascolta, guarda, legge, discute, si confronta, vive il nuovo culturale, artistico, musicale, morale, sociale, ecc.

Ma anziano e vecchio sono sinonimi: “anziano” è più cortese, educato, ossequioso, mentre “vecchio” è più volgare, spregiativo, offensivo, sprezzante. Ma il significato è sempre quello!

Come le rughe sono rughe: “i segni di una vita vissuta” è gentile, ma sempre rughe sono e a volte sono addirittura solchi!

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