#Tendenze sociali di Gianfranco Maccaferri
Corsi e percorsi sulla sessualità, sulla libertà sessuale, sull’omosessualità nella società italiana e europea. Occorre spiegare e far capire bene al giovane immigrato che vivere in Europa comporta convivere con diritti civili e libertà della persona che sono profondamente diversi da quelli del paese in cui si è nati.

I costi per una buona integrazione culturale, relativa agli usi e ai costumi della società europea, possono essere elevati, ma vanno paragonati con quelli probabili provocati da una non integrazione.
Certo, sarebbero corsi utili a tutti considerando ciò che raccontano le cronache italiane, ma sono assolutamente indispensabili per i ragazzi extracomunitari, per una loro integrazione consapevole della società in cui hanno scelto di vivere.
Spesso le differenze di cultura e di valori sono enormi su temi come: sessualità, libertà sessuale, omosessualità.

Se un ragazzo arriva da un paese dove l’omosessualità è illegale, dove il gay vive nascosto e quando è scoperto viene pestato per strada, ucciso, infamato pubblicamente, senza che i colpevoli vengano perseguiti, anzi vengono adulati come eroi dalla popolazione, dai giornali, dalla morale comune, …il ragazzo che giunge in Italia con questa etica del bene e del male, come potrà rispettare un gay? Come potrà accettarlo, per esempio, come compagno o amico nel mondo della scuola o suo datore di lavoro o collega? Come potrà accettare la presenza gay accanto a lui, nello stesso bar, nella stessa discoteca, nello stesso spogliatoi della palestra? Per il ragazzo ignorante dei costumi occidentali, il gay resterà una “non persona” da disprezzare e da emarginare.

Il lavoro da fare è enorme, considerando che anche in Italia l’omofobia è dilagante in ampi strati della popolazione, in sottoculture, siamo straripanti di “luoghi comuni”, ma i diritti della persona e i diritti civili esistono e sono chiaramente sanciti dal nostro ordinamento, quindi è fondamentale informare e educare il ragazzo extracomunitario attraverso un percorso comunicativo efficace, che non conceda spazio a interpretazioni personali o religiose, comunicandogli che la religione può dire ciò che vuole, può esaltare i suoi “valori”, ma la società occidentale, i suoi costumi, le leggi esistenti non concedono a nessuno di avere atti o comportamenti discriminatori nei confronti dell’omosessuale.

La libertà individuale, l’uguaglianza nel rispetto delle diversità e il rispetto per le minoranze, lo stato di diritto, la parità tra i sessi, la libertà di espressione e la democrazia, la separazione tra stato e religione e quindi la laicità dello stato, sono i valori fondanti della nostra cultura. Sono il frutto di lotte e rivoluzioni iniziate secoli fa, di infiniti scontri e conflitti sociali, politici, religiosi… ma queste situazioni storiche in moltissimi paesi non sono avvenute e non sono state neppure studiate, approfondite, analizzate, comparate… ma questo è il nostro percorso storico che oggi ci permette di vivere in democrazie e stati di diritto non più negoziabili, soprattutto con chi propone una cultura omofobica violenta.

Il ragazzo che proviene da uno paese dove per il gay è prevista la pena di morte o anche solo la derisione in pubblica piazza, questo giovane deve aprirsi mentalmente e moralmente se vuole davvero godersi ciò che la nostra cultura e i nostri costumi offrono, sino a giungere al fatto compiuto che, se vuole, in Europa può sposarsi o unirsi civilmente con il ragazzo di cui ha scoperto di essere innamorato …vivere la sua vita sereno insieme all’amato …senza paura e senza pudore.

La paura e il disprezzo probabilmente lo riceverà dai suoi connazionali immigrati assieme a lui, ai quali nessuno ha spiegato i valori e i costumi della società in cui vivono, ma questo lo affronteremo in un approfondimento specifico, dedicato alle subculture delle comunità profughe… sarà un argomento molto divisivo e molto cattivo!
Quindi, cosa si può e si deve fare per sensibilizzare un giovane extracomunitario verso la nostra cultura, il nostro costume, le nostre leggi, il nostro stato di diritto?
In Germania, in Svezia e in altri paesi, oltre a rendere obbligatorio l’apprendimento dell’educazione civica, dei diritti e delle leggi, hanno addirittura sviluppato strumenti online e portali specifici che forniscono informazioni sulla vita in Europa, sulle procedure di asilo, ricerca di lavoro, corsi interattivi di lingua di base, la possibilità valutare autonomamente le proprie qualifiche professionali, informazioni su come scrivere un CV o come prepararsi per un colloquio di lavoro.
Nello specifico vengono forniti corsi sulla sessualità e sulla concezione della donna nella società occidentale, sulla parità di genere, sui diritti civili, sulla nonviolenza, sul rispetto della persona a prescindere dal sesso, dall’orientamento sessuale, ecc.
In molti paesi il rilascio del permesso di soggiorno permanente è condizionato dall’aver frequentato le 100 ore dedicate all’educazione civica!
Ecco, visto che il problema degli arrivi non esiste più… concentriamoci su percorsi efficaci di integrazione e di convivenza serena nel rispetto della persona e dei diritti civili… percorsi che hanno un costo, ma sono un investimento improrogabile per guardare con serenità il futuro.