A voi decidere un eventuale raffronto con questa storia vera:

Viene ucciso il capo della polizia della città; i politici, i giornali compiacenti e i benpensanti aizzano la popolazione contro la comunità “straniera” più osteggiata e discriminata; la popolazione scende per le strade e, con esasperata violenza, manifesta contro gli “stranieri” mediante saccheggi, razzie in case e negozi, pestaggi; e così, senza indizi ma per volere popolare, per la morte del capo della polizia vengono arrestati 11 “stranieri” …ma, dopo pochi giorni, al processo vengono assolti.
Il giorno successivo al verdetto, sulla prima pagina del giornale locale, il sindaco con 61 politici, industriali e altri potenti, firmano un invito rivolto a tutti i buoni cittadini di ritrovarsi il mattino successivo in piazza per rimediare al fallimento della giustizia.
In ventimila formano un corteo armato che, diretto verso le carceri, riesce a sfondarne gli ingressi e, trovati gli 11 arrestati (purtroppo per loro non ancora liberati dopo l’assoluzione) vengono tutti e undici sommariamente fucilati.
I corpi martoriati vengono esibiti impiccati ai lampioni della città; in tutto lo stato, giornali e politici lodano ed esaltano la “praticità” dei cittadini giustizieri.
Un politico popolare, che poco dopo diventa presidente dello stato, esterna così: “Era tempo che a quella razza venisse data una lezione”.
Se fare un raffronto vi sembra azzardato vista la violenza incitata dai politici e usata dalla popolazione verso quella comunità di stranieri, diciamo che si era nel 1891.
Se il raffronto vi appare comunque forzato vista la disponibilità di armi tra i cittadini che manifestano, diciamo che siamo negli Stati Uniti, esattamente a New Orleans.
Se anche il raffronto con il politico, poi diventato presidente degli U.S.A., vi appare esagerato nelle parole razziste usate, diciamo che era Teddy Roosevelt.
Manca ancora un elemento: chi erano i poveri stranieri così odiati e discriminati? Erano i neri da poco liberati dalla schiavitù dei campi di cotone?
No, erano gli italiani, più precisamente italiani di origine siciliana.
Come venissero considerati gli italiani si evince da questa vignetta pubblicata nel 1888 dal quotidiano di New Orleans “The Mascot” che “consigliava” alcuni metodi per risolvere alla radice il problema immigrazione dal Bel Paese: arresto e annegamento degli italiani che continuavano miseramente ad arrivare.

Certo… qualsiasi raffronto è davvero troppo azzardato! Non può esserci parallelismo con fatti successi 130 anni fa!
Giusto per essere precisi, i siciliani vennero portati in Louisiana per sostituire i “negri” che dopo la guerra di secessione, liberati quindi dalla schiavitù, avevano abbandonato le coltivazioni di cotone.
La “deportazione” volontaria dei “negri” italiani (siciliani) fu sancita da un accordo tra i proprietari terrieri americani e il Regno d’Italia.
…ma questa è ancora un’altra storia da raccontare.
Salve, conosco questa storia, ma l’ho letta volentieri per il suo impeccabile stile. Ne ho scritto di storie sull’ immigrazione, tre raccolte, ma il mio stile, in prevalenza ironico, e tende anche al realismo magico, come nel mio ultimo romanzo “ Sulla via di Berlino” che parla di una comitiva di profughi siriani in viaggio verso la Germania.
Con stima. A presto.
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grazie
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Ho letto con molto piacere la tua storia, la storia vera di questi italiani immigrati negli USA in quegli anni dove la giustizia si faceva sommariamente e se non c’era la legge, ci pensavano i cittadini stessi ad eseguirne le sentenze finali. Mi ha colpito moltissimo davvero. Grazie.
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