La black-list dei vip che non danno le mance usata dai rider come lotta per le tutele e gli stipendi.

Era il 4 giugno dell’anno scorso quando tutti i mezzi di informazione enfatizzavano la sensibilità e l’impegno politico/sociale di Luigi Di Maio, nuovo vicepremier e Ministro del Lavoro e dello Sviluppo economico, verso una delle categorie di lavoratori più invisibili della nostra economia e business: i RIDER, i fattorini che in bici o in motorino fanno le consegne a domicilio. Di Maio disse: “Mi sono insediato al ministero del Lavoro e come primo atto ho voluto incontrare i rider, una categoria di lavoratori che fa parte dei nuovi lavori, simbolo di una generazione abbandonata che non ha né tutele e a volte nemmeno un contratto. Li ho voluti incontrare perché iniziamo un percorso che passa attraverso un modello di lavoro meno precario, più dignitoso…”

Tutto finito in nulla, silenzio stampa assoluto per il fallimento di ogni trattativa.

Il dubbio è: il sipario su questo squallido spettacolo politico è stato calato dopo che la Deliveroo (tra le più importanti piattaforme che danno lavoro ai rider) è diventata una degli sponsor della Casaleggio Associati?

Nei giorni scorsi i rider organizzati hanno fatto una manifestazione molto provocatoria davanti alla sede della Casaleggio Associati in cui dichiaravano che non si fanno prendere in giro.

Ma nel frattempo si sono anche organizzati attraverso i social network e propongono una protesta mai vista sin ora in Italia: il ricatto dei dati sensibili!

Ecco lo stralcio di un loro post:

SE L’INFORMAZIONE È POTERE NOI RIDER LIBERIAMO I DATI!

Questa è la nostra #blacklist, un elenco di tutte le star e i vip che regolarmente ordinano con le app e non lasciano la mancia a nessun fattorino, nemmeno in caso di pioggia!In questa lista compaiono attori, presentatori, cantanti, calciatori, sportivi, musicisti, rapper, influencer. Ricordatevi sempre una cosa clienti: entriamo nelle vostre case, vi portiamo il cibo e qualsiasi altra cosa vogliate, praticamente a tutte le ore del giorno, siamo in strada sotto la pioggia battente o sotto il sole cocente, senza assicurazione. Sappiamo tutto di voi. Sappiamo cosa mangiate, dove abitate che abitudini avete. E come lo sappiamo noi, lo sanno anche le aziende del delivery. Queste piattaforme come sfruttano noi lavoratori senza farsi alcuno scrupolo, sfruttano anche voi, speculando e vendendo i vostri dati. Questo è il lato oscuro della #gigeconomy: si produce valore in tutti i modi possibili, dal servizio di vendita del prodotto al trasporto a domicilio delle merci, fino alla mappatura dei dati, alla loro analisi e alla loro compravendita.

I ragazzi hanno portato lo scontro a un livello pesantissimo utilizzando il ricatto di dati privati e sensibili dei personaggi famosi, “giocando” sul valore della privacy sia per le stars e sia per le aziende che forniscono i servizi a domicilio.

Ovviamente la questione “mance” è solo un pretesto per rendere impopolari i personaggi famosi, ma popolare la loro lotta, quella contro le condizioni di lavoro esasperate in cui stanno vivendo e la presa in giro del ministro Di Maio. Per ricevere attenzione e sperare che le aziende scendano a compromessi sui salari e sulle tutele, hanno messo al centro un tema pericolosissimo per tutti: loro hanno accesso a molti dati e possono usarli contro le aziende.

Una forma di protesta che rischia di avere conseguenze legali pesanti… certo. Ma che rende contemporanea una modalità di lotta a cui nessuno era preparato. Non più o non solo lo sciopero, che per decenni è stato lo strumento per le rivendicazioni dei lavoratori, strumento di lotta legalizzato e codificato con opportune leggi, ma una protesta che usa la tecnologia, i dati sensibili, la privacy… esattamente quegli elementi pericolosi per i quali la Casaleggio Associati ha “conciliato” e pagato una multa per le gravi inadempienze relative alla tutela dei dati sensibili, scoperte dal garante della privacy.

E così, il Primo Maggio e i giorni successivi avremo da scoprire che consistenza avrà la nuova e innovativa forma di lotta per i diritti e le tutele del lavoro che i rider italiani hanno inventato.

Sostanzialmente: se la vera ricchezza di chi organizza le consegne a domicilio non è solo il profitto dato dall’intermediazione, per esempio tra ristorante e acquirente, ma l’accumulo di dati che permettono il dettagliato profilo di ogni cliente, informazioni poi rivendibili ad altre aziende, allora i rider hanno adottato il motto è: “Se l’informazione è potere, allora noi liberiamo i dati.” …e l’elenco dei personaggi famosi che non danno le mance è davvero lunghissimo, e noi copiamo dalla pagina face book dei riders:

Questo elenco verrà aggiornato in tempo reale e reso pubblico ogni qualvolta lo riterremo necessario. Invitiamo tutti i nostri colleghi a mandarci altre segnalazioni.

Riders’ Blacklist

-DJ Albertino
-Teo Mammucari
-Fedez
-Chiara Ferragni
-Andrea Musacco
-Cristian Abbiati
-Paolo Cannavaro
-David Moss
-Danilo D’Ambrosio
-Noyz Narcos
-Marracash
-Salvatore Aranzulla
-Alessandro Gentile
-Leonardo Bonucci
-Fabio Rovazzi
-Mauro Icardi
-Wanda Nara
-Matteo Sarzana
-Gianluca Cocco
-Matteo Pichi
-Gonzalo Higuain
-Philippe Mexes
-Clementino
-Rocco Hunt
-Platinette

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