
Sono Abdel, di origine algerina e ho 26 anni. Sono in Italia da sempre. Ho studiato, ho un lavoro a tempo indeterminato e sono cittadino italiano. Sono gay da quando ho capito che è il maschio che mi piace, l’uomo di testa e di comportamento. Non è facile vivere la mia situazione perché i miei coetanei arabi sono omofobi, nell’apparenza e quando sono in branco, ma quando sono soli è sempre un segreto la loro vita sessuale e sentimentale. Con i ragazzi italiani è più semplice essere quello che sono, forse perché in città tanti pregiudizi tra i miei amici coetanei non hanno senso di esistere, anzi ho visto diverse volte scene in cui l’emarginato era proprio il ragazzo che mi discriminava. Gli unici che non sanno nulla sono i miei famigliari, parenti e tutti quelli che gli girano intorno. Non ne faccio una colpa a loro, purtroppo la cultura e la mentalità sono quelle di gente che è cresciuta in un paese arabo e che è venuta in Italia già adulta.
Sono i miei coetanei di origine araba che sono fuori dal mondo, che si sostengono a vicenda in una omofobia pericolosa, violenta, che mi fa stare male! Io so che non potrò mai essere sincero con loro, non potrò mai confidarmi, non potrò mai avere una amicizia vera con un coetaneo arabo.
Mi è capitato di passeggiare con il mio fidanzato e essere insultato dal solito branco di giovani di origine araba seduti nel déhor del bar di quartiere; una volta sono dovuto uscire dal solito bar in cui stavo prendendo un caffè perché mi offendevano con parole e battute oscene e anche violente. So che hanno invidia nei miei confronti per molti aspetti: io ho studiato, ho un lavoro sicuro, ho un auto nuova, ho i soldi in tasca sufficienti per divertirmi esattamente come fanno tutti i ragazzi italiani, mentre loro hanno difficoltà a realizzare i loro sogni impossibili. Credo gli sorga una grande frustrazione vedendo come sono vestito, l’auto che ho, le compagnie simpatiche che frequento, mentre loro stanno ore nel déhor del bar a bere un caffè e a spettegolare su tutti.
Quello che non capisco è il perché hanno assorbito la mentalità e i pensieri della generazione dei loro padri, perché non hanno aperto il loro cervello verso un modo di vivere attuale, occidentale, rispettoso dei diritti civili esistenti.
Un poco di colpa sicuramente l’hanno la scuola, i mediatori culturali, le istituzioni che hanno solo pensato a insegnare l’italiano, come si cerca un lavoro, come fare per i permessi vari… nessuno gli ha spiegato la cultura, il costume, la storia… che hanno portato la nostra generazione a non ritenere più rilevanti o discriminatorie le scelte sessuali e sentimentali di ciascuno di noi.
Questo è uno spazio che permette di conoscere e di capire come si manifesta e come si percepisce la discriminazione nella vita quotidiana italiana. Se vuoi che la tua esperienza venga conosciuta e condivisa, inviaci un breve racconto a questa e-mail: gf.maccaferri.blog@gmail.com oppure vai direttamente incontatti