I giovani migranti economici sono ragazzi poveri che raggiungono l’Europa sperando di lavorare, guadagnare a sufficienza per aiutare la famiglia rimasta a casa e ovviamente hanno il sogno di costruirsi una vita decorosa per se stessi.
Rimanendo nel loro paese di origine sanno che tutto ciò non sarà possibile. Sanno che i loro sogni rimarranno sempre solo sogni.
E così, chi è intraprendente e deciso…parte!
La povertà in molti paesi non è data dall’assenza di cibo, non è povertà assoluta, ma è la mancanza di soldi sufficienti a soddisfare soprattutto le esigenze tecnologiche della vita contemporanea.
Qualcuno dirà: cercati un lavoro serio.
Oppure: accontentati, anche noi viviamo di ciò che abbiamo.
O ancora: apprezza ciò che hai…pensa a quelli che davvero muoiono di fame!
Certo, ma proviamo a far finta di vivere concretamente la situazione e immedesimiamoci nella loro realtà.
Supponiamo che tu sia un ragazzo e che hai 18 anni. Sei nato e vivi in Tunisia, hai studiato fino ai 16 anni, ti sei specializzato, sei un ragazzo serio e intraprendente, sei anche fortunato e così lavori in una fabbrica di proprietà di un industriale italiano, con uno stipendio di circa 250 euro mensili!
Hai 18 anni e vorresti, come è normale per tutti i ragazzi del mondo, uno smartphone un minimo performante, delle cuffie che funzioni bene, uno scooter presentabile, per la tua famiglia vorresti un televisore che funzioni e magari una play-station, una lavatrice per aiutare tua madre che è sempre fisicamente stanca, un frigorifero sufficiente per la numerosa famiglia e per te sicuramente dei vestiti decenti per quando esci con gli amici …vorresti ciò che hanno tutti i ragazzi e le famiglie europei che hai visto o conosciuto attraverso i programmi televisivi o internet.
Problema con cui ti scontri: tutta la tecnologia elencata sopra costa esattamente come in Europa, ma tu hai solo 250 euro mensili! E con quei soldi devi anche aiutare la famiglia per la spesa e per tutte le incombenze economiche di casa.
I tuoi genitori diventando anziani, a differenza di quelli europei, chiedono di essere aiutati economicamente, non sono loro che aiutano i figli.
La percezione che hai dalla Tunisia della vita quotidiana in Europa, della ricchezza, del tenore di vita, della facilità di guadagnare e vivere decorosamente… è totalmente sfalsata dalla realtà quotidiana di chi davvero vive in Europa. Ma questo non lo sai, però tu, che sei fortunato e guadagni 250 euro al mese, sai che in Italia un operai specializzato come te guadagna minimo 1200 euro.
Come tutti i ragazzi non vuoi che i tuoi sogni rimangano solo sogni.
Allora la decisione che prendi e che qualunque ragazzo prenderebbe, è semplice: parto, vado in Europa!
Ecco, adesso tu sei il ragazzo tunisino di 18 anni che è arrivato in Italia perché vuoi che i tuoi sogni si realizzino.
Non sei scappato dalla guerra, dalla fame, dalla sete, dalla dittatura, da una carestia, sei scappato dalla povertà contemporanea!
A questo punto chiediamoci una cosa, che è il problema fondante: cosa ti avrebbe fatto restare in Tunisia? Cosa ti avrebbe permesso di vivere serenamente al tuo paesello?
Probabilmente sarebbe stato sufficiente che l’industriale italiano e tutti i suoi colleghi europei fossero obbligati a pagare uno stipendio, comunque conveniente per loro, ma sufficiente per la vita decorosa dei dipendenti tunisini… diciamo uno stipendio pari al 50% di quello italiano?
Se facessero così anche i proprietari dei villaggi turistici e degli alberghi in Tunisia, il problema del flusso migratorio economico dalla Tunisia praticamente quasi non esisterebbe!
La povertà contemporanea in molti paesi non è non avere il cibo… ma è avere 18 anni e vivere senza tutto ciò che i ragazzi europei hanno normalmente.
E se per un 18enne europeo avere un nuovo cellulare, una play-station, i soldi per andare a divertirsi con gli amici o prendere la patente e avere un’auto tutta sua… significa impegnarsi per convincere i genitori agli acquisti, per un 18enne tunisino sperare di avere un giorno tutto ciò… significa rischiare la sua vita salendo su un barcone!
È necessario sottolineare che oggi in Tunisia c’è una inflazione, secondo l’Istituto Nazionale di Statistica, fuori controllo, con picchi per le uova (il 16% in più), il pollame e l’olio d’oliva (oltre il 25% in più).
Nei mercati della capitale capita di imbattersi in frutta o verdura vendute a prezzi più alti di quelli presenti sul mercato italiano.
E ricordiamoci che gli stipendi sono mediamente di 250 euro al mese.
La disoccupazione giovanile si attesta sul 50%.
Non è quindi solo più una povertà nel comprare tecnologia di base per la casa o di divertimento per i giovani, in Tunisia la povertà economica oggi è a tutti gli effetti una realtà quotidiana che impedisce alle famiglie addirittura di fare la spesa alimentare.
La migrazione economica dei giovani tunisini oggi è una necessità di sopravvivenza per loro e la loro famiglia.
Prova nuovamente a immedesimarti con un ragazzo 18enne tunisino… tu non cercheresti di venire in Europa con qualsiasi mezzo?
di Gianfranco Maccaferri
se è brava gente ben vengano..ma se vengono in italia bisogna ragionare bene..tutte queste persone che entrano cosa devono fare?come sopravvivono qui..se non si integrano finiscono x arrangiarsi illegamente…domanda:va bene così?si mette a rischio la sicurezza di tutti..AIUTIAMOLI NEI LORO PAESI MA SERIAMENTE NON A PAROLE NON FACCIAMOLI VENIRE QUA..BLOCCHIAMOLI MA AIUTIAMOLI LÀ!
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l’articolo inizia con : “Supponiamo che tu sia un ragazzo e che hai 18 anni. Sei nato e vivi in Tunisia, hai studiato fino ai 16 anni, ti sei specializzato, sei un ragazzo serio e intraprendente. ” Quanti ne conosci così ?
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L’ ISTAT segnala in Italia 1 milione e 600mila stranieri in povertà assoluta. Il 33 percento di loro. Ma sono dati ufficiali a cui sfuggono quelli dei clandestini, se no arriveremmo a cifre ben più grandi. Ma loro, questa povera gente, lo sa dove sta andando?
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Basterebbe che restassero a casa loro
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